Nonostante il titolo impegnativo, Hong Kong Trilogy di Christopher Doyle è un unico film, e nemmeno particolarmente lungo. Un documentario dedicato dal noto Direttore della fotografia australiano alla sua amata patria d’adozione. Dopo avere lavorato con registi di tutto il mondo, tra cui Wong kar-wai (quasi l’intera filmografia), Gus Van Sant, M. Night Shyamalan e Neil Jordan, Doyle si lancia nella picaresca impresa di raccontare la città cinese da un punto di vista completamente diverso dal solito e in completa autonomia.
Morituri è il terzo film di una trilogia, dopo Vecchie e Mitraglia e il verme, firmato Daniele Segre e inserito nella sezione Palcoscenico di Festa Mobile.
Il corpo è l’assoluto protagonista del nuovo lungometraggio di Davide Ferrario. Sexxx, presentato al 33° TFF all’interno della sezione Festa Mobile. Cos’è? un documentario? sì. Videoarte? anche. Un film insolito e affascinante, ipnotico per lo spettatore.
Tutto nasce quando Ferrario assiste al balletto di Matteo Levaggi Sexxx alla Lavanderia a Vapore di Collegno (magnifico spazio che è la sede del Balletto Teatro di Torino diretto da Loredana Furno) e se ne innamora, se ne appropria, come lui stesso ha dichiarato, decidendo di farne un film. Ad ispirare il coreografo era stato il libro di Madonna, intitolato proprio Sex: Matteo Levaggi decise di farne uno spettacolo di danza e aggiunse altre due x al titolo per portare all’estremo il concetto di sensualità. In Sexxx, secondo il coreografo, il corpo è portato all’esasperazione da un mondo sempre più esteticamente esigente.
Davide Ferrario ha plasmato con la macchina da presa i corpi della coreografia di Levaggi e ci ha restituito una visione evocativa e affascinante. Decomponendo, e poi ricostruendo, il balletto del coreografo, Ferrario ce ne offre una sua personale interpretazione: la macchina da presa è parte integrante del movimento dei ballerini e ci offre una visione ravvicinata e scomposta dei movimenti che in teatro non potremmo mai vedere. Il regista inserisce poi delle digressioni, attraverso brevi inserti di riprese fatte sul set di Guardami e un breve film a soggetto (Room 423) in cui sono protagonisti due amanti (Gloria Cuminetti e Saverio D’Amelio). Il tutto sempre senza dialoghi né voce off.
L’inizio e la fine di Sexxx sono emblematici: il film si apre e si chiude all’interno di un museo. Arte del corpo nel passato (attraverso i quadri di Palma il Vecchio e Tintoretto, Diana e Callisto e Susanna e i vecchioni) e arte del corpo nel presente attraverso la performance di una coppia di persone anziane. L’intento di Ferrario è quello di celebrare il corpo come qualcosa di sacro e la citazione finale, tratta da Footnote to Howl di Allen Ginsberg, lo chiarisce benissimo.
Regista e coreografo ci insegnano che un corpo non è volgare quando diventa oggetto dell’arte, anche quando imita o mima gesti direttamente riconducibili alla sessualità. Anche se i ballerini sono sempre quasi nudi, non siamo mai disturbati da questa visione, totalmente estranea a qualsiasi tipo di strumentalizzazione o volgarità. Non si tratta dell’esaltazione di un’esasperata sessualità, ma di arte visiva, danza nel senso più puro perché mette in risalto la fisicità senza timori, senza filtri.
I ballerini (Kristin Furnes Bjerkestrand, Manuela Maugeri, Viola Scaglione, Denis Bruno, Marco De Alteriis, Vito Pansini) sono preparatissimi dal punto di vista tecnico e hanno un’espressività che va ben oltre il corpo: si intravede quasi la loro anima danzare, talmente sono coinvolti nella coreografia. Le musiche scelte, tra cui spiccano It’s No Game di David Bowie e My Sex di Currie-Allen-Leigh eseguita da Ultravox, accarezzano i movimenti dei danzatori senza mai sovrastarli, ma esaltandone la perfezione coreutica.
Il risultato è un lungometraggio di pura bellezza, da vedere per “spogliarsi” letteralmente da qualsiasi pregiudizio sull’espressione corporea e la sessualità e vestirsi di consapevolezza del nostro essere pelle, materia, corpo.
Cosa vediamo quando guardiamo? Che rapporto si stabilisce tra l’osservatore e la cosa guardata?
Affollata la Conferenza stampa odierna per il film Sexxx, inserito nella sezione Festa Mobile / Palcoscenico. Presenti il regista Davide Ferrario, il coreografo Matteo Levaggi, il direttore della fotografia Fabrizio Vacca e Paolo Manera, direttore della Film Commission Torino Piemonte.
Il regista ha raccontato di aver visto il balletto Sexxx di Levaggi per una casualità, e per la curiosità suscitata dal titolo. Positivamente affascinato dallo spettacolo, ha voluto subito far sapere al coreografo che sarebbe stato disposto a filmarlo.
Luce mia è il film di Lucio Viglierchio presentato nella sezione Festa Mobile della 33° edizione del Torino Film Festival. Il regista racconta, con sguardo documentaristico, il periodo trascorso in ospedale a causa di una malattia: la leucemia mieloide acuta. Viglierchio punta l’attenzione sul dolore provocato dalle cure, sull’isolamento terapeutico e su come, estinto il morbo, la vita sia cambiata inevitabilmente. Ma di fronte alla nascita di una figlia, il regista capisce che bisogna seppellire i tristi ricordi del passato per ricercare un equilibrio che permetta di sentirsi ancora vivi.
Giovane, vivace, distopico, contemporaneo e, aggiungerei, fiducioso.
Questi gli aggettivi che si sono ripetuti più volte durante la dinamica e allegra presentazione della trentatreesima edizione del TFF, che si è aperta con l’esibizione dell’Ensemble di Sassofoni del Conservatorio G. Verdi, la quale ha allietato la Sala 2 del Cinema Massimo, gremita di giornalisti e rappresentanti delle maggiori istituzioni torinesi, con la riproposizione della celebre colonna sonora di Indiana Jones.
“Giovane” è l’appellativo più classico che si possa associare al TFF, infatti le opere in concorso sono sempre le prime, le seconde o al massimo le terze di registi perlopiù indipendenti. In particolare è la sezione Onde, di cui era presente il cocuratore Roberto Manassero, che da sempre si occupa di estrema innovazione tematica e tecnica. Anche quest’anno, con i suoi 15 film, ha selezionato formati liberi: super8, 16mm, VHS, digitale e incroci con la videoarte.
La stessa vocazione è stata confermata dal curatore della sezione TFFDoc Davide Oberto, il quale ha parlato di “identità di tutte le sezioni: sondare nuovi talenti indipendenti”.
La vivacità ha contraddistinto le parole di tutti coloro che sono intervenuti durante la conferenza, a partire dalla Direttrice Emanuela Martini, la quale ha da subito iniziato a raccontare le numerose collaborazioni che il TFF ha intrapreso, da più o meno tempo, con importanti istituzioni torinesi e che, anche quest’anno, saranno parte integrante del Festival.
Tra queste ha posto l’accento sul Circolo dei Lettori che ospiterà un prefestival dedicando due giornate al genere fantascientifico con letture a tema (Pincio racconta Dick e 1984) e sulla RAI, che ospiterà lo staff del TFF durante il festival nei suoi storici palazzi e ha prodotto lo spot che verrà trasmesso su tutte le sue reti.
Pietro Grignani, nuovo Direttore della Sede Regionale Rai di Torino, ha sancito l’imprescindibile collaborazione concreta col Festival come “questione d’identità in quanto entrambe aziende culturali”.
Paolo Damilano, Presidente del Museo Nazionale del Cinema e della Film Commission Torino Piemonte, ha parlato di “festival metropolitano, nel senso che farà parlare di cinema tutta la città”. A tal proposito, l’Assessore alla Cultura della Città di Torino Maurizio Braccialarghe ha confermato la costante tendenza a fare di Torino città d’arte e di evoluzione dei linguaggi, in particolar modo nell’ambito cinematografico.
Come di consueto, anche la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, rappresentata dal Presidente Patrizia Sandretto, si schiera in prima fila tra le collaborazioni con il TFF e quest’anno curerà e ospiterà una sottosezione della sezione Onde, ARTRUM: cortometraggi di carattere fantasmatico ambientati in paesaggi post- apocalittici, tutti legati all’arte contemporanea.
Concluse le presentazioni di vari importanti partners, si è arrivati al succo della questione, ovvero la veloce rassegna dei film in programma e degli eventi correlati.
A parte ciò che già si conosceva, ossia l’omaggio a Orson Welles, il film di pre-apertura Bella e perduta di Pietro Marcello e il film di apertura Suffragette, molte sono state le anticipazioni .
15 i film in concorso di cui 4 italiani; nella sezione Festa Mobile il Gran Premio Torino sarà assegnato all’inglese Terence Davies per Sunset Song. Nella stessa sezione il Direttore ha sottolineato la presenza de La felicità è un sistema complesso di Gianni Zanasi di cui la protagonista è Hadas Yaron, premiata come Miglior Attrice alla mostra di Venezia e al TFF32 per Felix et Meirà.
Il Premio Cipputi, a vent’anni dalla sua creazione, verrà assegnato a Francesca Comencini di cui sarà proiettato il mediometraggio In fabbrica, mentre il premio Maria Adriana Prolo alla carriera sarà conferito a Lorenza Mazzetti con la proiezione di due suoi film: K e Together.
Il guest director di quest’anno è Julien Temple, fedele al Festival torinese, il quale, a partire dal suo ultimo film The Ecstasy of Wilko Johnson ha raggruppato 7 film uniti da un macro tema: “Questioni di vita e di morte”, dove protagoniste sono queste due imprescindibili presenze che rendono umani gli esseri umani.
Distopica e surreale è la retrospettiva che inizia con questa edizione e continuerà nella prossima: “Cose che verranno. La terra vista dal cinema”, sezione curata da Emanuela Martini dedicata alla fantascienza, ai mondi impossibili o catastroficamente futuri, nei quali nella battaglia tra utopia e antiutopia vince malauguratamente la seconda.
Davide Oberto, curatore di TFFdoc ha spiegato in dettaglio le tematiche presenti nei film proposti. Oltre alla consueta suddivisone tra Internazionale.doc e Italiana.doc, spicca il Mediterraneo, visto non come attualità e tragedia, ma come fonte di creatività (9 le pellicole in questa sottosezione).
Savina Neirotti, responsabile del TorinoFilmLab, ha infine presentato gli 8 film selezionati e ha spiegato lo spirito formativo che anima questa comunità creativa. Altri fiori all’occhiello su cui si è soffermata Emanuela Martini nella sua veloce panoramica sono i restauri di Terrore nello spazio e Tragica alba a Dongo, cortometraggio censurato e considerato perduto che racconta le ultime ore di Mussolini.
Young, lively, dynamic and, I would add, confident.
These are the adjectives that were most frequently heard during the dynamic and cheerful press conference for the second biggest Italian movie event of the year. This 33rd edition of TFF was opened by the Saxophone Ensemble of Conservatoire G. Verdi in hall 2 of Cinema Massimo playing the famous Indiana Jones theme song, which was enthusiastically cheered by journalists and representatives of the most important Turin institutions.
Young is probably the most appropriate word to describe the TFF, since the work presented are often the first, second, or at most third of their directors, who are usually independent. The section “Onde”, in particular, with its co-curator Roberto Manassero, has always dealt with extreme innovation, both thematic and technical. As usual, this year “Onde” selected 15 films among different formats, Super 8 mm film, Super 16, VHS, digital films and videoart contaminations. The search for innovation has also been confirmed by TFF Doc’s curator, Davide Oberto, who explained that “all sections are based of new independent talents to be explored”.
Enthusiasm marked every speech during the press conference, included that of Director Emanuela Martini, who started by pointing out TFF’s several partnerships with important institutions of Turin, which had been established in the past or in recent years and will be part of the event this year too.
Among them, she underlined the collaboration with Circolo dei Lettori and RAI. The local cultural centre wil host a two-day pre-festival event focusing on science fiction readings. (Pincio racconta Dick and 1984) whereas the Italian public television broadcaster RAI will welcome TFF staff within its historical buildings and will be promoting the event during the festival by broadcasting a self-produced spot on its channels. The new director of RAI headquarter in Turin, Pietro Grignani, confirmed how essential such a concrete collaboration is, being both partners cultural companies and sharing a common identity. Paolo Damilano talked about a “metropolitan” festival, in the sense that it wil get the whole city talking about cinema” and, speaking of that, Maurizio Braccialarghe, Councillor for Culture of the city of Turin, confirmed the constant tendency to make Turin a city of arts and evolution of techniques. particularly when it comes to cinema. As usual, the Sandretto Re Rebaudengo Foundation, represented by its President, Patrizia Sandretto, is also on the front line amongst collaborations with TFF and this year it will even curate and host a subsection of the “Onde” section, ARTRUM: short films of a phantasmatic nature set in post-apocalyptic landscapes, all relating to contemporary art.
After introducing TFF’s several important partners, the press conference came to the heart of the matter: a short review of the festival movies and their connected events.
Aside from what had already been publicly disclosed, such as the homage to Orson Welles , the pre-opening film by Pietro Marcello and the opening film Suffragette, both the Director and the two curators of the film festival revealed a lot of information about this edition. There will be 15 films competing this year, 4 of which are Italian. For the section Festa Mobile, the Gran Premio Torino will be assigned to the English director and screenwriter Terence Davies for his Sunset Song. In the same section the artistic director made special mention of the movie by Gianni Zanasi La felicità è un sistema complesso (Happiness is a difficult system) and the main actress Hadas Yaron, awarded as best leading actress in Venezia film festival and Torino film festival 32 playing in Felix et Meirà.
There will also be the Cipputi Prize, celebrating 20 years from its foundation, and this will go to Francesca Comencini for her short feature movie In fabbrica (In a factory). The Maria Adriana Polo Lifetime Achievement Award will go to Lorena Mazzetti. Two of her films, K and Together will be played during the festival. This year the guest director will be Julian Temple, who loves Torino film festival and used his latest movie The ecstasy of Wilko Johnson (guitarist of the band Dr. Feelgood, terminally ill with cancer, saved at the eleventh hour by an operation) as a starting point to regroup seven movies, all linked together by a macro theme: Questioni di vita e di morte, where the protagonists are exactly these two unavoidable presences, which make human beings just what they are. “About dystopia and surreal” are the words that best define the retrospective, which is starting in this edition and will be continuing in the next one: Cose che verranno. La terra vista dal cinema, under the direction of Emanuela Martini, is the section dedicated to science fiction and to impossible or catastrophically future worlds, where in the battle between utopia and antiutopia, is the second one which unluckily wins. Davide Oberto, the curator of TFF doc, then talked in detail about the themes of the films proposed for the Festival. In addition to the usual subdivision between International.doc and Italian.doc, the will be a focus on Mediterranean, seen not only as tragic and a protagonist in the current affairs, but also as a source of creativity (9 films in this subsection). In addition, there will be several special events such as screening of Fondo Mossina Miss Cinema shot on 16mm that shows us unexpected portraits of hopeful young people from 1942 to 1952 and the screening of two Chantal Ackerman’s films.
Finally, the Director of TorinoFilmLab Savina Neirotti presented the 8 selected films and clearly restated the importance of the didactic aim that lies at the basis of this creative community. Pride of place was also enjoyed by the restored versions of Terrore nello spazio and Tragica Alba a Dongo, a short film that was once banned and thought lost, which portrays the final hours of Mussolini in Dongo, in a quick overview presented by Emanuela Martini.
Liveliness and dynamism are the adjectives that best describe the sponsor of the event, Chiara Francini. The actress was specially appointed taking into consideration the image this festival aims to convey for its 33rd edition. The awareness of last year’s big success (which made it possible to have 11 theaters available this year) gives the organizers of this festival the right confidence and the possibility to rely on a widespread public approval.
Il magazine delle studentesse e degli studenti del Dams/Cam di Torino