Probably, only Valerio Mastandrea could title Ride (which means ‘to laugh’ in Italian) a film about pain and mourning: a title which becomes caustic and, as he declared during the press conference, a little paradoxical too. Especially considering that the protagonist Carolina laughs very little in those ninety minutes of darkness and, if not for what the other characters say to her (and to us), we would not see her laughing at all.
Probabilmente soltanto Valerio Mastandrea poteva intitolare Ride un film sul dolore e sul lutto: un titolo che proprio per questo diventa caustico e – come egli stesso ha affermato in conferenza stampa – anche un po’ troppo paradossale. Soprattutto considerato che la protagonista Carolina ride pochissimo in quei novanta minuti di buio e, anzi, se non fosse per quello che le (e ci) viene detto dagli altri personaggi, non la vedremmo ridere quasi per niente.
“Nello spazio ogni particella ha una voce”: Paola Randi, regista di Tito e gli alieni, sceglie la fantascienza come terreno di sperimentazione da cui partire per raccontare la storia di una famiglia un po’ inusuale. Anita, sedicenne insofferente, e il fratellino Tito, sette anni e già un perfetto “scugnizzo” che sa il fatto suo, dopo la morte di entrambi i genitori vengono affidati allo zio (un intenso Valerio Mastrandrea), ex professore e ora scienziato in crisi rintanato nel deserto del Nevada.
“In space, every particle has a voice”: Paola Randi, director of Tito e gli alieni, chooses science fiction as a testing ground to start telling the story of an unusual family. Anita, impatient 16 year old, and her brother Tito, 7 year old and already a perfect ragamuffin who knows his own, after the death of both their parents, are entrusted to their uncle (an intense Valerio Mastandrea), ex professor and now scientist in crisis holed up in Nevada desert.
Domenica mattina, alla Conferenza stampa del Torino Film Festival era presente quasi l’intero cast de La felicità è un sistema complesso, tanto che non sono bastati i posti a sedere dietro il tavolo. A parte il regista Gianni Zanasi e la montatrice e produttrice Rita Rognoni, infatti, abbiamo assistito agli interventi di Valerio Mastandrea, Giuseppe Battiston, Hadas Yaron, Teco Celio, Filippo De Carli e Camilla Martini.
Enrico Giusti’s job is a very useful one: he gets acquainted with incompetent business executives, he listens to them, then becomes their friend, and eventually manages to take over the company they are not able to run. His ability is to make these people believe that it was their own decision. He is the best and the only one in his field, but guilt does not leave him alone: are all managers like locusts?