“RAF” DI HARRY CEPKA

Il giovane regista Harry Cepka, al TFF37 con il suo lungometraggio di debutto, esplora le dinamiche di potere nei rapporti interpersonali. “Un film costato 5 anni di sudore, lacrime e sangue”: così Cepka introduce l’opera, resa possibile dalla ormai già consolidata collaborazione con l’attrice Grace Glowicki (di cui ha prodotto Tito, 2019), interprete della protagonista Raf.

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“RAF” BY HARRY CEPKA

Article by: Noemi Castelvetro
Translated by: Viola Locci

The young director Harry Cepka takes part to the TFF37 with his debut feature film. He explores the power dynamics in interpersonal relationships. “It took me five years of tears, sweat and efforts to make this film.” says Cepka to introduce his work, which is the result of the collaboration with the actress Grace Glowicki (of which he produces Tito in 2019) who interprets Raf.

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“L’APPRENDISTATO” DI DAVIDE MALDI

Dopo Frastuono, presentato al TFF nel 2014, Davide Maldi realizza il secondo capitolo di una trilogia sull’adolescenza. Il film, presentato nella sezione TFFDOC/italiana, parte da un presupposto ben preciso: ricercare un contesto in cui dei ragazzi siano portati sin dalla giovane età a imparare un mestiere e, di conseguenza, ad accelerare il proprio percorso di crescita. Da qui deriva la decisione di segire il primo anno scolastico di una classe di cinque studenti di un istituto alberghiero.

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“L’APPRENDISTATO” BY DAVIDE MALDI

Article by: Valentina Velardi
Translated by: Alice De Vicariis

After Frastuono, presented at the TFF in 2014, Davide Maldi makes the second chapter of a trilogy on adolescence. The film, presented in the section TFFDOC/italiana, starts from a clear premise: the search for a context where teens are encouraged to learn a profession at an early age, and so grow up faster. For this reason, Maldi decided to follow the first school year of an hospitality institute class composed of five students.

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“SIMPLE WOMEN” DI CHIARA MALTA

È il 1989 e in televisione scorrono ininterrotte le immagini della morte di Nicolae Ceaușescu e della moglie Elena. Federica (Jasmine Trinca) sta festeggiando il Natale con la sua famiglia quando, per la prima volta, soffre di una crisi epilettica. Qualche anno più tardi è un’adolescente ossessionata dal cult Simple Men (Hal Hartley, 1992) e dal personaggio interpretato da Elina Löwensohn, afflitta nel film dallo stesso disturbo. I destini delle due donne sono destinati a intrecciarsi vorticosamente quando una Federica ormai adulta (e regista) incontra l’attrice rumena per le vie di Roma. La cineasta propone a Elina di interpretare se stessa in un biopic ambientato a Bucarest e l’attrice supera le sue riluttanze nella speranza di riguadagnarsi un successo da tempo sopito.
Simple Women, lungometraggio di esordio di Chiara Malta, dichiara i suoi intenti fin dalle battute iniziali, sovrapponendo registri diversi in un racconto meta-cinematografico che sfuma i confini tra realtà e finzione.

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“SIMPLE WOMEN” BY CHIARA MALTA

Article by: Giulia Leo
Translated by: Selene Novaro Mascarello

It’s 1989 and television is broadcasting footage of Nicolae Ceaușescu and his wife Elena’s deaths. Federica (Jasmine Trinca) is spending Christmas with her family when she has her first epileptic seizure. A few years later she is a teenager, obsessed with the cult movie Simple Men (Hal Hartley, 1992) and with Elina Löwensohn’s character, who suffers from the same neurological disorder. Their fates are destined to intertwine when Federica, now an adult and a film director, meets the Rumanian actress in Rome. She offers her a part as herself in a biopic set in Bucharest; despite her initial reluctance, the actress accepts, hoping to regain some of her long-lost fame.
Simple Women is Chiara Malta’s debut film; the director’s intent is made clear from the very beginning, with an intermixture of different registerswithin a meta-cinematic frame in which the lines between reality and fiction are blurred.

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“I GIORNI E LE OPERE” BY FRANCESCO DONGIOVANNI

Article by: Ada Turco
Translated by: Viola Locci

Francesco Dongiovanni’s documentary, I giorni e le opere, competes at TFF in the Italian.Doc section. It is about the meeting between two souls. Peppino is a quiet countryman who moves on the blurry line between the past and the present. Dongiovanni follows him paying attention not to trample on that fine line which divides the two dimensions, and that seems to survive only in Peppino. One of the most important features of the film is the breeder’s skillful work, but the director’s touch is also remarkable: the silent long shots – even when they are empty – are characterized by the swinging of the hand-held camera. Thanks to this technique, horizons imperceptibly bend and dissolve, and the loneliness of the different locations appear even more meaningful.

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“I GIORNI E LE OPERE” DI FRANCESCO DONGIOVANNI

I giorni e le opere, il documentario di Francesco Dongiovanni in concorso al TFF nella sezione Italiana.Doc, si modella come il perfetto incontro di due anime. Peppino, silenzioso  uomo di campagna, si muove placido sul confine sfocato tra passato e presente. Dongiovanni lo segue a distanza, come nella timorosa accortezza di non calpestare quella delicata linea di confine tra le due dimensioni, che sembra sopravvivere soltanto nella figura di Peppino. Il lavoro sapiente dell’allevatore è certamente al centro del film, ma la mano del regista non passa inosservata: i campi lunghi e silenziosi, anche quando paiono deserti, sono abitati dal dondolio tipico della camera a mano. E così gli orizzonti si piegano e si sformano impercettibilmente e quella solitudine dei luoghi appare ancora più pregnante.

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“SWARM SEASON” DI SARAH CHRISTMAN

Le Hawaii sono un meraviglioso, drammatico microcosmo: il turismo ogni anno genera introiti milionari sui quali si regge l’economia dell’isola ma nell’entroterra, lontano dalle spiagge e dai villaggi per vacanzieri, le popolazioni indigene affrontano le dipendenze da “riserva” mentre gli isolani combattono battaglie che hanno a che fare con la sopravvivenza di tutti noi.

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“SWARM SEASON” BY SARAH CHRISTMAN

Article by: Roberto Guida
Translated by: Chiara Franceskin

Hawaii is a beautiful and dramatic microcosm: the economy of the island is based on millionaire incomes that come from tourism. But inland, far from beaches the villages for vacationers, indigenous people face their dependencies on the “resources”, while the islanders fight battles for the survival of all of us.

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DAVID BORDWELL AND KRISTIN THOMPSON: TWO LECTURES ON CINEMA

Article by: Alessandro Pomati
Translated by: Giorgia Bellini

“For further information, see D. Bordwell and K. Thompson”, “see D. Bordwell, K. Thompson”: every film student has found these specific footnotes – or they have heard those two names, or maybe they have studied from their books at least once in their lives. Nevertheless, those distinguished names could still be perceived as far away from reality, they could be considered just as simple names, labels, quotes. That happens to Bazin, Kracauer, Morin, Zavattini, etc. But, on Tuesday, November 26th, David Bordwell and Kristin Thompson gave two lectures to a large group of students at the auditorium “Guido Quazza” of Palazzo Nuovo. Finally, bodies have been associated to their names, the content of a textbook became matter of a dialogue.

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DAVID BORDWELL E KRISTIN THOMPSON: TWO LECTURES ON CINEMA

“Si veda, a questo proposito, D. Bordwell e K. Thompson”; “cfr. D. Bordwell, K. Thompson”: ogni studente di un corso di Storia del Cinema ha trovato almeno una volta note a pié di pagina recanti questi due nomi, o li ha sentiti nominare da un professore o si è ritrovato a studiare direttamente i loro testi. Tuttavia ai suoi occhi questi nomi, tanto illustri e sempre citati, possono apparire lontani e restare per sempre solo questo: nomi, etichette, citazioni. Così accade ai vari Bazin, Kracauer, Morin, Zavattini ecc. Ma non è accaduto appunto a David Bordwell e Kristin Thompson che martedì 26 novembre, presso l’auditorium “Guido Quazza” di Palazzo Nuovo, hanno tenuto due interventi di fronte a un nutrito gruppo di studenti. E così i nomi si sono finalmente fatti corpo, il contenuto di un testo da imparare si è fatto confronto.

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“BEATS” BY BRIAN WELSH

Article by: Lorenzo Radin
Translated by: Cecilia Malanima

Glasgow, 1994. That’s where the fourth film by the Scottish director Brian Welsh, Beats, takes place. Specifically, during the introduction of the act that banned gatherings of twenty or more people listening to music characterised by the emission of a succession of repetitive beats.

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SOLDATI’S DAY

Article by: Arianna Vietina
Translated by: Giorgia Bellini

Mario Soldati was an all-round author, a cultured man who has dedicated himself to literature, cinema, television and journalism. He has been the writer and the director of his own life. Born in Turin in 1906, he died in 1999 and, on the twentieth anniversary of his death, we’re talking about him again. Who was Mario Soldati? Why do we keep talking about him? Do we keep on making the same mistake of underestimating him?

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SOLDATI’S DAY

Mario Soldati è stato un autore a tutto tondo, un intellettuale che si è dedicato alla letteratura, al cinema, al piccolo schermo, al giornalismo. È stato l’autore di se stesso, scrivendo e dirigendo la propria vita. 
Nato nel 1906, è morto nel 1999: quest’anno ricorre dunque il ventennale della morte e si torna a parlare di lui a Torino, la sua città. Chi era Mario Soldati? Perché torniamo a parlarne?  Corriamo il rischio di continuare a sottovalutalo ingiustamente?

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“L’UOMO RACCOGLITORE” BY DEMETRIO GIACOMELLI

Article by: Gianluca Tana
Translated by: Anna Benedetto

After winning best Italian documentary for Diorama at the 35th edition of the Torino Film Festival, Demetrio Giacomelli is back in competition at Turin with his new film L’uomo raccoglitore (The gatherer man). 

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“PINK WALL” DI TOM CULLEN

Jenna (Tatiana Maslany) e Leon (Jay Duplass) si conoscono quando sono studenti. Lui vuole fare il fotografo, lei ancora non lo sa, ma secondo Leon ha un futuro da produttrice. Jenna e Leon si piacciono, si amano, fanno discorsi seri. Finiscono per stare insieme sei anni; poi scoprono il muro che ormai li divide.

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“PINK WALL” BY TOM CULLEN

Article by: Cristina Danini
Translated by: Selene Novaro Mascarello

Jenna (Tatiana Maslany) and Leon (Jay Duplass) met in college; he wants to be a photographer, she hasn’t made up her mind yet, although Leon believes that she has a promising career as a producer ahead of her.

Jenna and Leon are in a loving, committed relationship; they have been together for six years when they finally notice the wall dividing them.

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Il magazine delle studentesse e degli studenti del Dams/Cam di Torino