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“RAF” DI HARRY CEPKA

Il giovane regista Harry Cepka, al TFF37 con il suo lungometraggio di debutto, esplora le dinamiche di potere nei rapporti interpersonali. “Un film costato 5 anni di sudore, lacrime e sangue”: così Cepka introduce l’opera, resa possibile dalla ormai già consolidata collaborazione con l’attrice Grace Glowicki (di cui ha prodotto Tito, 2019), interprete della protagonista Raf.

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“RAF” BY HARRY CEPKA

Article by: Noemi Castelvetro
Translated by: Viola Locci

The young director Harry Cepka takes part to the TFF37 with his debut feature film. He explores the power dynamics in interpersonal relationships. “It took me five years of tears, sweat and efforts to make this film.” says Cepka to introduce his work, which is the result of the collaboration with the actress Grace Glowicki (of which he produces Tito in 2019) who interprets Raf.

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“SIMPLE WOMEN” DI CHIARA MALTA

È il 1989 e in televisione scorrono ininterrotte le immagini della morte di Nicolae Ceaușescu e della moglie Elena. Federica (Jasmine Trinca) sta festeggiando il Natale con la sua famiglia quando, per la prima volta, soffre di una crisi epilettica. Qualche anno più tardi è un’adolescente ossessionata dal cult Simple Men (Hal Hartley, 1992) e dal personaggio interpretato da Elina Löwensohn, afflitta nel film dallo stesso disturbo. I destini delle due donne sono destinati a intrecciarsi vorticosamente quando una Federica ormai adulta (e regista) incontra l’attrice rumena per le vie di Roma. La cineasta propone a Elina di interpretare se stessa in un biopic ambientato a Bucarest e l’attrice supera le sue riluttanze nella speranza di riguadagnarsi un successo da tempo sopito.
Simple Women, lungometraggio di esordio di Chiara Malta, dichiara i suoi intenti fin dalle battute iniziali, sovrapponendo registri diversi in un racconto meta-cinematografico che sfuma i confini tra realtà e finzione.

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“SIMPLE WOMEN” BY CHIARA MALTA

Article by: Giulia Leo
Translated by: Selene Novaro Mascarello

It’s 1989 and television is broadcasting footage of Nicolae Ceaușescu and his wife Elena’s deaths. Federica (Jasmine Trinca) is spending Christmas with her family when she has her first epileptic seizure. A few years later she is a teenager, obsessed with the cult movie Simple Men (Hal Hartley, 1992) and with Elina Löwensohn’s character, who suffers from the same neurological disorder. Their fates are destined to intertwine when Federica, now an adult and a film director, meets the Rumanian actress in Rome. She offers her a part as herself in a biopic set in Bucharest; despite her initial reluctance, the actress accepts, hoping to regain some of her long-lost fame.
Simple Women is Chiara Malta’s debut film; the director’s intent is made clear from the very beginning, with an intermixture of different registerswithin a meta-cinematic frame in which the lines between reality and fiction are blurred.

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“MIENTRAS DURE LA GUERRA” BY ALEJANDRO AMENÁBAR

Article by: Maria Bruna Moliterni
Translated by: Lucrezia Villa

Alejandro Amenábar returns to his homeland, the marvellous Salamanca, to film his new movie: Mientras dure la guerra (While at War). The city, home to a prestigious university, is the setting of the internal conflict the former chancellor Miguel De Unamuno went through after he supported the military revolt against the Spanish Republican government. When the military junta’s purges started taking place in 1936, Unamuno did not use his position to denounce the violence and the abuse of power, as a matter of fact he did not take a stand. However, he had to face reality,his family and friends, and his troubled conscience soon after.

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“MIENTRAS DURE LA GUERRA” DI ALEJANDRO AMENÁBAR

Alejandro Amenábar torna in patria, nella stupenda Salamanca, per girare il suo nuovo film: Mientras dure la guerra. Nella prestigiosa città universitaria, egli mette in scena il conflitto interiore che l’allora rettore Miguel De Unamuno visse dopo aver sostenuto la rivolta dell’esercito contro il governo repubblicano spagnolo. Con l’inizio dell’epurazione da parte della giunta militare nel 1936, Unamuno non usa il suo status per denunciare le violenze e i soprusi, ma anzi si astiene dal prendere posizione. Tuttavia ben presto dovrà fare i conti con la realtà, con la sua coscienza e anche con i suoi amici e familiari.

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“PARADISE – UNA NUOVA VITA” DI DAVIDE DEL DEGAN

Calogero (Vincenzo Nemolato) è un giovane siciliano che ha voluto fare la cosa giusta. Per sé, per la sua compagna e per Marcella, che ancora non era nata. Per questo Calogero ha denunciato il killer (Giovanni Calcagno) che un giorno ha sparato a due uomini davanti al suo carretto di granite; e per questo lui si è trovato in Trentino, in un paese dimenticato da tutti, nella pensione Paradise.

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“PARADISE – UNA NUOVA VITA” BY DAVIDE DEL DEGAN

Article by: Cristina Danini
Translated by: Cecilia Malanima

Calogero (Vincenzo Nemolato) is a young Sicilian man who wanted to do the right thing for himself, for her companion and for his still unborn daughter Marcella. This is the reason why Calogero denounced the killer that had once shot two men right in front of his granita cart. And this is the reason why he ended up in Trentino, in a tiny forgotten village, living in a guesthouse called Paradise.

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“DREAMLAND” DI BRUCE MCDONALD

L’ultimo film di Bruce McDonald rispecchia perfettamente il suo titolo, Dreamland, dal momento che è costruito sulle regole e sulla logica tipica delle situazioni oniriche. Fin da subito ci si immerge in un sogno ad occhi aperti in cui i due personaggi principali si trovano coinvolti in una vicenda criminale. Il gangster dal cuore d’oro e il musicista jazz eroinomane, ambedue interpretati dal versatile Stephen McHattie, condividono inoltre una profonda connessione che porta entrambi ad avere visioni di un probabile futuro o di un passato remoto che chiaramente li riguarda. La vicenda diventa man mano sempre più complessa e intricata, arricchendosi di personaggi così spietati e grotteschi da risultare quasi comici.

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“DREAMLAND” BY BRUCE MCDONALD

Article by: Chiara Perillo
Translated by: Anna Benedetto

The title Dreamland perfectly captures the essence of Bruce McDonald’s latest film, as it revolves around the fundamentals and the basic logic of the dream world. From the very first scenes, the audience gets lost in a daydream in which the two main characters end up being caught in criminal activities. A kind-hearted hitman and a drug-addicted jazz musician, both played by the talented Stephen McHattie, have also a strong connection that causes them visions of their possible future  or a remote past that involves them both. The plot becomes more and more complex as the film goes on, introducing a variety of stone-cold and grotesque characters that results comical at times.

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“GREENER GRASS” BY JOCELYN DEBOER AND DAWN LUEBBE

Article by: Noemi Castelvetro
Translated by: Francesca Massa

Jill (Jocelyn DeBoer) and Lisa (Dawn Luebbe), hectic mothers, trophy wives and frenemies, live in a small, thoroughly organized residential district, with disgusting pastel colors, where people go around with golf carts. Jill is a people pleaser, and she decides to give her newborn to Lisa, whom accepts: the people around the two women smoothly approve this exchange, and surreal events full of symbolic elements increase. 

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“GREENER GRASS” DI JOCELYN DEBOER E DAWN LUEBBE

Jill (Jocelyn DeBoer) e Lisa (Dawn Luebbe), madri frenetiche, casalinghe mantenute e migliori nemiche, vivono in una piccola città residenziale maniacalmente organizzata, dai nauseanti colori pastello, dove la gente va in giro in golf cart. Jill ha uno strano bisogno di compiacere le persone, a tal punto da offrire impulsivamente il proprio neonato a Lisa, che lo accetta: questo episodio, considerato come perfettamente normale da tutti coloro che vorticano attorno alla vita delle due donne, apre la strada a eventi sempre più surreali, in cui è possibile riconoscere, attraverso un occhio più analitico, alti contenuti simbolici.

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“NE CROYEZ SURTOUT PAS QUE JE HURLE” BY FRANK BEAUVAIS – “SIX PORTRAITS OF PAIN” BY TERESA VILLAVERDE

Article by: Noemi Castelvetro
Translated by: Anna Benedetto

A diaristic voiceover adornes a steady stream of moving images: Ne croyez surtout pas que je hurle, in English “Just don’t think I’ll scream”, belongs to the cinematic trend of “spoken” films, in which the writer-director combines powerful images with meaningful words. Switching between personal stories and digressions, the director reveals some autobiographical events and private thoughts that led him to an almost self-destructive “addiction to cinema” from April to October 2016. During this short amount of time, he watched nearly 400 films, whose brief clips pieced together form the unique visual feature of the movie.

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“NE CROYEZ SURTOUT PAS QUE JE HURLE” DI FRANK BEAUVAIS – “SIX PORTRAITS OF PAIN” DI TERESA VILLAVERDE

Un flusso continuo di immagini in movimento scandito da un monologo diaristico in voce fuori campo: Ne croyez surtout pas que je hurle, in italiano “Non pensare che io stia urlando”, aderisce alla tendenza cinematografica delle opere “parlate”, in cui i registi-scrittori controbilanciano l’onnipotenza delle immagini con il significato delle parole. Alternando la narrazione di vicende intime e digressioni, il regista stesso confida allo spettatore la personale successione di eventi e di pensieri che, dall’aprile all’ottobre 2016, lo hanno condotto allo sviluppo di una “dipendenza cinematografica” quasi autodistruttiva: in questo breve periodo di tempo egli ha infatti visionato quasi 400 film. Opere cui Beauvais rende un sentito omaggio utilizzandone i frammenti come unica componente visiva del suo film .

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“THE BAREFOOT EMPEROR” DI JESSICA WOODWORTH E PETER BROSENS

Dopo King of the Belgians (2016), re Nicolas III (Peter Van den Begin) torna in un sequel non convenzionale diretto da Jessica Woodworth e Peter Brosens, che tornano a parlare della crisi di identità europea e a fare satira sui poteri forti in The Barefoot Emperor. Il sovrano che aveva attraversato l’Europa per cercare di tornare nel suo Belgio, scisso dopo un colpo di stato da parte dai valloni, ora deve confrontarsi con un nuovo surreale spettro: lo scioglimento del parlamento europeo e l’incoronazione di un imperatore della Nova Europa. 

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“THE BAREFOOT EMPEROR” BY JESSICA WOODWORTH AND PETER BROSENS

Article by: Arianna Vietina
Translated by: Gabriele Cepollina

After King of the Belgians (2016), King Nicholas III (played by Peter Van den Begin) is back with an unconventional sequel directed by Jessica Woodworth and Peter Brosens, The Barefoot Emperor, which depicts the crisis of identity in Europe and satirizes the major powers. The sovereign, who had crossed Europe in order to go back to Belgium, split by a coup d’état carried out by the Walloons, now has to face a new surreal threat: the disbandment of the European Parliament and the crowning of an emperor of Nova Europa.

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“MARCHE OU CRÈVE” DI MARGAUX BONHOMME

“Cammina o muori”: così possiamo tradurre il titolo del film di Margaux Bonhomme, in concorso nella sezione principale alla 36^ edizione del Torino Film Festival. Un titolo che sintetizza una situazione di crisi costante. Marche ou crève ci immerge infatti con violenza e senza retorica alcuna nell’estenuante quotidianità di una famiglia segnata dalla presenza di una figlia disabile.

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“SANTIAGO, ITALIA” DI NANNI MORETTI

La storia si costruisce attraverso le persone. Gli occhi, i volti e i racconti consentono, spesso più di ogni altro fattore, di avvicinarsi empaticamente a una causa, di abbracciarla o quantomeno di comprenderne la profondità. Santiago, Italia, il nuovo documentario di Nanni Moretti presentato come film di chiusura al 36º Torino Film Festival, è un risuonare di voci che, attraverso il montaggio, ricostruiscono un episodio storico, trasportando lo spettatore dal dolore a una sorta di amore compassionevole.

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“OIKTOS” BY BABIS MAKRIDIS

Article by: Cristian Viteritti

Translation by: Silvia Fontana

People respond in different ways to accidents, tragedies or griefs: those who directly experiences them are immerged in contrasting feelings of denial and anger, which gradually transform into acceptance. Whereas those who are not affected by pain try to support the former, showing compassion and trying to lighten the pain of those who suffer.

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“OIKTOS” DI BABIS MAKRIDIS

Le persone reagiscono in modi diversi a incidenti, tragedie e lutti: chi li vive in prima persona è immerso in contrastanti sentimenti di negazione e di rabbia, destinati a trasformarsi gradualmente in accettazione. Gli altri, quelli che non sono colpiti dal dolore, cercano invece di supportare i primi, mostrando compassione, cercando di alleggerire la pena di chi soffre. Continua la lettura di “OIKTOS” DI BABIS MAKRIDIS