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“MICKEY ON THE ROAD” DI MIAN MIAN LU

Rinegoziare le norme di genere costa un viaggio oltremare, quello della Mickey del titolo, in una parabola coming of age post-adolescenziale che sancisce, una volta per tutte, il passaggio all’età adulta. On the road è anche il percorso festivaliero del lungometraggio di debutto di Mian Mian Lu: da Taipei, a Vancouver e infine in concorso per la 38esima edizione del Torino Film Festival.

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“ANTIDISTURBIOS” BY RODRIGO SOROGOYEN

Article by Arianna Vietina

Translated by Simona Assale

The Spanish tv series Antidisturbios represents those urban conflicts that we have witnessed in this 2020, from the riots of the Black Lives Matters movement, to the months of protest in Byelorussia, to the demonstrations in Poland. All of these were provoked by different reasons, but all defined by strong oppositions and incommunicability between protesters and law enforcements. A distance that remains impossible to fill, even if there seems to be no more air or space between these men and women, even if they merge one into another in agitated movements.

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“ANTIDISTURBIOS” di RODIGRO SOROGOYEN

La serie spagnola Antidisturbios riecheggia quei conflitti urbani che abbiamo visto scatenarsi in questo 2020, dagli scontri del movimento Black Lives Matters, ai mesi di protesta in Bielorussia, alle oceaniche manifestazioni in Polonia. Tutte scatenate da motivi differenti, ma tutte contrassegnate da questa opposizione e incomunicabilità tra manifestanti e forze di polizia. Una distanza che sembra sempre incolmabile nonostante tra i corpi di questi uomini e donne manchi lo spazio e l’aria, nonostante si fondano l’uno con l’altro in movimenti concitati.

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U SLAVU LJUBAVI (IN PRAISE OF LOVE), BY TAMARA DRAKULIĆ

Article by Niccolò Buttigliero

Translated by Giulia Neirone

Black screen, wind. Then, human voices together with neighs. In a dusty and austere racecourse, a horse race is interrupted at its acme, through a freeze-frame. Who is the winner, is not for us to know.

At this moment U slavu ljubavi (In Praise of Love) re-starts for the first time. Black screen again, nature sounds again: everything is covered by chirps and bellows. Now, humanity is not even considered on the sound level. From untouched nature to animals. Long static shots, mesmerized by horse bottoms. It seems that Drakulić’s point of view is not special, it is just one of the many possible perspectives. The world flows spontaneously, through every breath. Doesn’t matter if anthropomorphic subjects leave the screen. It is not about décadrages, or the subversion of some rules. It is rather about not identifying ourselves with a hierarchical organization of the audiovisual material. Everything is on the same level, and Drakulić succeeds in giving back the undecidability of one single point of view..

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U SLAVU LJUBAVI (IN PRAISE OF LOVE), DI TAMARA DRAKULIĆ

Schermo nero, vento. Poi, un vociare umano, commisto a nitriti. In un polveroso e spartano ippodromo, una corsa di cavalli viene interrotta al suo acme, con un ricorso ad un freeze-frame. A chi spetti la vittoria, non è dato saperlo.

Ecco che U slavu ljubavi (In Praise of Love) ri-comincia per la prima volta. Di nuovo nero, di nuovo rumori ambientali: a sovrastare ogni cosa sono cinguettii e muggiti. La presenza umana, stavolta, non è contemplata nemmeno sul piano sonoro. Dalla natura, incontaminata, si passa ai corpi animali. Lunghe inquadrature statiche, ipnotizzate da deretani equini. Lo sguardo di Drakulić non sembra porsi come un punto di stazione privilegiato rispetto ad altri, ma come uno dei tanti possibili. Il mondo viene lasciato fluire nella sua spontaneità, in ogni suo respiro. Non importa se i soggetti antropomorfici abbandonano il campo. Non è questione di décadrages, o di sovvertire una qualche regola grammaticale. Si tratta piuttosto di non riconoscersi in un’organizzazione gerarchica del materiale audiovisivo. Tutto è ugualmente meritevole di attenzione, e Drakulić è capace di restituirci l’indecidibilità di un punto di vista.

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“FIN DE SIGLO” DI LUCIO CASTRO

La fine del secolo che dà il titolo all’opera prima di Lucio Castro è una cesura sospesa, e la sospensione è elemento cardine di una storia semplice, capace di insinuarsi con delicatezza ed essenzialità nell’incontro di due anime che sembrano conoscersi da sempre e riscoprirsi ogni volta da capo.
È una calda e silenziosa estate spagnola, Ocho (Juan Barberini) è in vacanza a Barcellona: esplora, fotografa, torna nel suo appartamento. Affacciato al balcone vede Javi (Ramon Pujol), lo invita a salire e tra i due scoppia subito la passione. Un erotismo fugace, inconsistente e senza pretese. O almeno parrebbe. Perché Castro rimette tutto in gioco fin da subito, riavvolgendo il tempo e trasformando un romanticismo sfuggente in una storia d’amore universale, slegata da qualsiasi aggancio spazio-temporale.

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“FRANCES FERGUSON” DI BOB BYINGTON

North Platte, Nebraska, cittadina di 8.000 residenti in cui “tutti conoscono tutti e chiunque conosce chiunque”. Una giovane donna, Frances Ferguson (Kaley Wheless), supplente di inglese infelicemente sposata con un uomo ossessionato dal porno e con una figlia di nome Perfait (sì, “Perfetta”), viene arrestata dopo essere andata a letto con uno studente minorenne. Ma la macchina da presa decide di non colpevolizzarla per questo. Basta già la comunità in cui vive a farlo.

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“FIN DE SIGLO” BY LUCIO CASTRO

Article by: Giulia Leo
Translated by: Giorgia Bellini

The end of the century mentioned in the title of Lucio Castro’s work is an uncertain end, a feeling of uncertainty that manages to craft a simple and delicate story about the encounter of two souls that discover each other all over again.

It is a warm, quiet Spanish night, Ocho (Juan Barberini) is spending his vacation in Barcelona, exploring and taking pictures. When he gets back to his apartment, he sees Javi (Ramon Pujol) from the balcony and invites him upstairs, where the physical attraction between the two takes over. A sudden spark of passion, that seems to be meaningless. But Castro revolves things around, he brings us back in time and makes us realise that the fling between the two men is actually the story of a universal love, not bound to any space or time.

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“PRÉLUDE” DI SABRINA SARABI

Con il suo primo lungometraggio, la regista Sabrina Sarabi presenta in concorso al Torino Film Festival un film che soltanto all’apparenza rientra nella categoria del classico coming of age adolescenziale.

David (Louis Hofmann) è un giovane pianista che studia in un prestigioso conservatorio assistito dalla fredda e rigorosa professoressa Matussek (Ursina Lardi). Per realizzare il sogno di entrare alla famosa Julliard School, si sfianca esercitandosi anche 8 ore al giorno. Il suo già fragile equilibrio è scosso quando nella sua vita entra una coppia di ragazzi, Walter (Johannes Nussbaum) e Marie (Liv Lisa Fries) con i quali stringe subito un’ambigua amicizia. Dopo aver sottratto la ragazza all’amico, David inizia con lei una storia d’amore che finisce subito per trascurare a causa di uno studio maniacale che ne condiziona l’intera vita.

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“PRÉLUDE” BY SABRINA SARABI

Article by: Silvia Gentile
Translated by: Lucrezia Villa

Director Sabrina Sarabi’s first feature film, in competition at Torino Film Festival, on the surface seems to belong to the traditional coming-of-age films.

David (Louis Hofmann) is a young pianist, who studies at a prestigious music academy tutored by cold and strict Professor Matussek (Ursina Lardi). In order to achieve his dream and be accepted into The Juilliard School, he spends up to eight hours a day practicing without rest. When he meets Walter (Johannes Nussbaum) and Marie (Liv Lisa Fries), a couple with whom he soon after forms an uncommon friendship, his already fragile mental state gets affected. After stealing his friend’s girlfriend, David gets romantically involved with Marie, however, he devotes himself to piano only, and his lack of commitment to their love story causes it to come to an end abruptly. 

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“TITO” DI GRACE GLOWICKI

Già protagonista del film in concorso Raf (Harry Cepka), Grace Glowicki partecipa al Torino Film Festival anche in veste di regista con il suo primo lungometraggio, Tito.

Tito (interpretato dalla stessa Grace Glowicki) è un disadattato, un emarginato che, dopo aver subito una violenza, vive isolato nella sua casa arredata con un mobilio essenziale, perseguitato da suoni terrificanti e immaginari mostri che sembrano essere in agguato ovunque lui si trovi, tormentato da un malessere fisico che gli impedisce anche di mangiare. All’improvviso appare nella sua casa un “friendly neighbour” (Ben Petrie) – come viene presentato nei titoli di testa – che parla senza sosta, lo nutre, gli fa assumere sostanze stupefacenti e sembra, per un istante, sottrarlo alla sua solitudine e paura, prima di rivelarsi come un altro dei suoi carnefici.

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“TITO” BY GRACE GLOWICKI

Article by: Silvia Gentile
Translated by: Chiara Franceskin

Not only as the protagonist in the film Raf (Harry Cepka), Grace Glowicki also participates in Torino Film Festival as a director with her first feature film, Tito.

Tito (interpreted by Grace Glowicki herself) is a misfit, an outcast who, after having suffered violence, lives isolated in his house with sparing furniture. He is haunted by scary sounds and imaginary monsters that seem to be in ambush wherever he is. Tito is also tormented by a physical illness that prevents him even from eating. Suddenly a “friendly neighbour” (Ben Petrie) – as he is presented in the opening credits – appears in his house. He talks incessantly, and Tito feeds him, makes him take drugs, and, for a while, he seems to get him out of his solitude and fear, but actually he will reveal himself as another of his executioners.

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“RAF” DI HARRY CEPKA

Il giovane regista Harry Cepka, al TFF37 con il suo lungometraggio di debutto, esplora le dinamiche di potere nei rapporti interpersonali. “Un film costato 5 anni di sudore, lacrime e sangue”: così Cepka introduce l’opera, resa possibile dalla ormai già consolidata collaborazione con l’attrice Grace Glowicki (di cui ha prodotto Tito, 2019), interprete della protagonista Raf.

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“RAF” BY HARRY CEPKA

Article by: Noemi Castelvetro
Translated by: Viola Locci

The young director Harry Cepka takes part to the TFF37 with his debut feature film. He explores the power dynamics in interpersonal relationships. “It took me five years of tears, sweat and efforts to make this film.” says Cepka to introduce his work, which is the result of the collaboration with the actress Grace Glowicki (of which he produces Tito in 2019) who interprets Raf.

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“SIMPLE WOMEN” DI CHIARA MALTA

È il 1989 e in televisione scorrono ininterrotte le immagini della morte di Nicolae Ceaușescu e della moglie Elena. Federica (Jasmine Trinca) sta festeggiando il Natale con la sua famiglia quando, per la prima volta, soffre di una crisi epilettica. Qualche anno più tardi è un’adolescente ossessionata dal cult Simple Men (Hal Hartley, 1992) e dal personaggio interpretato da Elina Löwensohn, afflitta nel film dallo stesso disturbo. I destini delle due donne sono destinati a intrecciarsi vorticosamente quando una Federica ormai adulta (e regista) incontra l’attrice rumena per le vie di Roma. La cineasta propone a Elina di interpretare se stessa in un biopic ambientato a Bucarest e l’attrice supera le sue riluttanze nella speranza di riguadagnarsi un successo da tempo sopito.
Simple Women, lungometraggio di esordio di Chiara Malta, dichiara i suoi intenti fin dalle battute iniziali, sovrapponendo registri diversi in un racconto meta-cinematografico che sfuma i confini tra realtà e finzione.

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“SIMPLE WOMEN” BY CHIARA MALTA

Article by: Giulia Leo
Translated by: Selene Novaro Mascarello

It’s 1989 and television is broadcasting footage of Nicolae Ceaușescu and his wife Elena’s deaths. Federica (Jasmine Trinca) is spending Christmas with her family when she has her first epileptic seizure. A few years later she is a teenager, obsessed with the cult movie Simple Men (Hal Hartley, 1992) and with Elina Löwensohn’s character, who suffers from the same neurological disorder. Their fates are destined to intertwine when Federica, now an adult and a film director, meets the Rumanian actress in Rome. She offers her a part as herself in a biopic set in Bucharest; despite her initial reluctance, the actress accepts, hoping to regain some of her long-lost fame.
Simple Women is Chiara Malta’s debut film; the director’s intent is made clear from the very beginning, with an intermixture of different registerswithin a meta-cinematic frame in which the lines between reality and fiction are blurred.

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“MIENTRAS DURE LA GUERRA” BY ALEJANDRO AMENÁBAR

Article by: Maria Bruna Moliterni
Translated by: Lucrezia Villa

Alejandro Amenábar returns to his homeland, the marvellous Salamanca, to film his new movie: Mientras dure la guerra (While at War). The city, home to a prestigious university, is the setting of the internal conflict the former chancellor Miguel De Unamuno went through after he supported the military revolt against the Spanish Republican government. When the military junta’s purges started taking place in 1936, Unamuno did not use his position to denounce the violence and the abuse of power, as a matter of fact he did not take a stand. However, he had to face reality,his family and friends, and his troubled conscience soon after.

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“MIENTRAS DURE LA GUERRA” DI ALEJANDRO AMENÁBAR

Alejandro Amenábar torna in patria, nella stupenda Salamanca, per girare il suo nuovo film: Mientras dure la guerra. Nella prestigiosa città universitaria, egli mette in scena il conflitto interiore che l’allora rettore Miguel De Unamuno visse dopo aver sostenuto la rivolta dell’esercito contro il governo repubblicano spagnolo. Con l’inizio dell’epurazione da parte della giunta militare nel 1936, Unamuno non usa il suo status per denunciare le violenze e i soprusi, ma anzi si astiene dal prendere posizione. Tuttavia ben presto dovrà fare i conti con la realtà, con la sua coscienza e anche con i suoi amici e familiari.

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“PARADISE – UNA NUOVA VITA” DI DAVIDE DEL DEGAN

Calogero (Vincenzo Nemolato) è un giovane siciliano che ha voluto fare la cosa giusta. Per sé, per la sua compagna e per Marcella, che ancora non era nata. Per questo Calogero ha denunciato il killer (Giovanni Calcagno) che un giorno ha sparato a due uomini davanti al suo carretto di granite; e per questo lui si è trovato in Trentino, in un paese dimenticato da tutti, nella pensione Paradise.

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“PARADISE – UNA NUOVA VITA” BY DAVIDE DEL DEGAN

Article by: Cristina Danini
Translated by: Cecilia Malanima

Calogero (Vincenzo Nemolato) is a young Sicilian man who wanted to do the right thing for himself, for her companion and for his still unborn daughter Marcella. This is the reason why Calogero denounced the killer that had once shot two men right in front of his granita cart. And this is the reason why he ended up in Trentino, in a tiny forgotten village, living in a guesthouse called Paradise.

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