Archivi categoria: TFF 35 – 2017

“Kiss and Cry” by Chloé Mahieu and Lila Pinell

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Gianmarco Perrone

Translation by: Cristina Di Bona

Kiss and Cry, the second work of Chloé Mahieu and Lila Pinell balances reality and fiction. It is a fiction film, the evolution of one of their previous projects: the documentary Boucle piqué, a 2012 medium- length film about a group of  ice skaters and their coach, during a summer stage.

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“Kiss and Cry” di Chloé Mahieu e Lila Pinell

Si destreggia sapientemente tra realtà e finzione l’opera seconda di Chloé Mahieu e Lila Pinell selezionata in concorso: Kiss and Cry, infatti, è un film di fiction che sorge da un precedente progetto documentario delle stesse registe. Si tratta di Boucle piqué, mediometraggio uscito nel 2012 che attraverso l’occhio di Chloé e Lila mostrava la realtà di un gruppo di piccole pattinatrici e del loro allenatore durante uno stage estivo.

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“For Now” by Herman Asselberghs and “Le rêve de Nikolay” by Maria Karaguiozova

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Dario Grande

Translation by: Valeria Alfieri

Shown together in the “TFFdoc” section of the festival, For Now and Le rêve de Nikolay are two documentaries that – even though they are very different – share the theme of personal dreams and their way of coming true.

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“For Now” di Herman Asselberghs e “Le rêve de Nikolay” di Maria Karaguiozova

Proiettati insieme nella sezione “TFFdoc” del Festival, For Now e Le rêve di Nikolay sono due documentari che, seppur molto diversi tra loro, condividono il tema dei sogni personali e della loro realizzazione. Continua la lettura di “For Now” di Herman Asselberghs e “Le rêve de Nikolay” di Maria Karaguiozova

“Al massimo ribasso” by Riccardo Iacopino

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Erika Milani

Translation by: Valeria Tutino

Diego has a secret, that scars him like a curse and that he cannot accept: he works with the perpetrators, but lives among the victims. He steals trade secrets, through which mafia-companies win public contract tendering. It’s the understory of the plots between corruption and mob, but when Diego falls in love with Anita, he will have to make a choice.

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“Al massimo ribasso” di Riccardo Iacopino

Diego ha un segreto che lo segna come una maledizione e che non riesce ad accettare: lavora con i carnefici, ma vive in mezzo alle vittime. Carpisce segreti industriali grazie ai quali aziende mafiose vincono gare di appalto pubbliche. È il sottobosco degli intrecci tra corruzione e malavita, ma quando si innamora di Anita è costretto a fare una scelta.

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“I Used to Sleep on the Rooftop” by Angie Obeid

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Vanessa Mangiavacca

Translation by: Federica Franzosi

I Used to Sleep on the Rooftop is the first feature film by Angie Obeid, a young director from Lebanon. It is a deep piece of work on many levels: the movie camera moves indiscreetly inside the director’s own apartment (and it stays there during the whole movie), while she herself tells the audience Nuhad’s story. Nuhad lives in Damascus with her husband and their two sons (one of which is Angie’s friend). The sudden start of a war forces the woman to re-evaluate her life and to decide to leave.

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“I Used to Sleep on the Rooftop” di Angie Obeid

I Used to Sleep on the Rooftop è il primo lungometraggio realizzato da Angie Obeid, giovane regista di origine libanese. Un lavoro intimo su più livelli: la macchina da presa si muove indiscreta tra le mura dell’appartamento della stessa regista (e lì rimane per tutta la durata del film), la quale racconta attraverso i suoi occhi la storia di Nuhad. Nuhad vive a Damasco con il marito e due figli (uno dei quali amico di Angie): lo scoppio della guerra porta la donna a rivalutare la propria vita e prendere una scelta, quella di partire. Continua la lettura di “I Used to Sleep on the Rooftop” di Angie Obeid

“Wind River” by Taylor Sheridan

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Fabio Ferrari

Translation by: Laura Cocco

An Indian girl has been found dead in the reserve of Wind River, in Wyoming. She is discovered by Cory Lambert (Jeremy Renner), a skilled hunter who carries a deep grief. The case is assigned to Jane Banner (Elisabeth Olsen), young and inexperienced FBI agent. The two decide to join forces in this investigation, that, from the start, will be difficult and will lead to shocking revelations.

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“Wind River” di Taylor Sheridan

Una ragazza indiana viene trovata morta nella riserva di Wind River, nel Wyoming. A scoprirla Cory Lambert (Jeremy Renner), abile cacciatore con un grave lutto alle spalle. Il caso viene affidato a Jane Banner (Elisabeth Olsen), giovane e inesperta agente dell’FBI. I due decidono di collaborare nell’indagine, che si dimostra fin da subito difficile e porterà a rivelazioni sconvolgenti. Continua la lettura di “Wind River” di Taylor Sheridan

“THEY” by Anahita Ghazvinizadeh

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Chiara Gioffrè

Translation by: Melissa Borgnino

They is (or better yet are, since they speak of themselves in the plural form) J, a fourteen-year-old who is not yet sure about their gender identity and who chose to stop, through medical procedures, their body’s development, in order to take some time before deciding if they should keep on living in a male body or start a transition process.

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“THEY” di Anahita Ghazvinizadeh

They ​è (anzi, sono, perché parla di sé al plurale) ​J,​ ​quattordicenne​ che non ha ancora definito la propria identità di genere e​ ​ha​ ​deciso​ ​di​ ​bloccare,​ con​ l’aiuto ​della medicina,​ lo​ sviluppo​ del​ suo corpo​ ​per concedersi​ ​un​ po’ di​ tempo prima​ di​ ​ ​decidere se continuare​​  ​a​  ​vivere in​ ​ un​ corpo maschile​ o​ ​iniziare​ il​ ​ processo​ di​ ​transizione.​

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“VA, TOTO!” BY PIERRE CRETON

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Lucia Grosso

Translation by: Melissa Borgnino

Va, Toto! follows the tale of Madeleine and her little pet boar; of Vincent and his relationship with monkeys, during his trip to India; and of Joseph who, by night, dreams relentlessly while attached to a breathing machine and, by day, takes care of about twenty cats. All these stories are narrated by Pierre, who wants to study the relationship between men and animals by making a film. Continua la lettura di “VA, TOTO!” BY PIERRE CRETON

“VA, TOTO!” DI PIERRE CRETON

Va, Toto! ovvero la storia di Madeleine e del suo cinghialetto domestico, ma anche di Vincent, del suo viaggio in India e del rapporto con le scimmie; e pure di Joseph che di notte, attaccato ad un respiratore, sogna senza interruzione e di giorno accudisce una ventina di gatti. Tutto questo raccontato da Pierre che, filmando, vuole studiare il rapporto tra uomo e animale. Continua la lettura di “VA, TOTO!” DI PIERRE CRETON

“KINGS” by Deniz Gamze Ergüven

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Giorgia Bertino

Translation by: Federica Franzosi

Los Angeles, 1991. Every citizen’s television is on the same channel. On the screen, images from the 3rd of March of the same year are shaking. In that ill-fated day four policemen (Stacey Koon, Laurence Powell, Timothy Wind and Theodore Briseno) brutally assaulted African-American taxi driver Rodney King after a long chase. On TV, the images are followed by the court trial, concluding with the four of them being absolved of assault accusations. Thirteen days later, fifteen-year-old Latasha Williams, an African-American young woman, is shot by Soon JaDu, the owner of the shop where the girl had gone to get some orange juice. The woman had seen Latasha put the bottle in the back pocket of her jeans, and accused her of stealing; after a short physical altercation, the woman had grabbed the gun and shot the girl in the head. The young woman died immediately and the security camera captured the scene on film.

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“TITO E GLI ALIENI” di PAOLA RANDI

“Nello spazio ogni particella ha una voce”: Paola Randi, regista di Tito e gli alieni, sceglie la fantascienza come terreno di sperimentazione da cui partire per raccontare la storia di una famiglia un po’ inusuale. Anita, sedicenne insofferente, e il fratellino Tito, sette anni e già un perfetto “scugnizzo” che sa il fatto suo, dopo la morte di entrambi i genitori vengono affidati allo zio (un intenso Valerio Mastrandrea), ex professore e ora scienziato in crisi rintanato nel deserto del Nevada.

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“CASTING” BY NICOLAS WACKERBARTH

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Martina Bonfiglio

Translation by: Melissa Borgnino

A film that revolves around a choice, which manages to create anticipation in the audience up to the very end. We are faced with a realistic scenario, a casting for the new main actress in the remake of The Bitter Tears of Petra von Kant by Fassbinder. Unfortunately, six days before filming starts, the director can’t make a decision, leaving the entire crew in a state of uncertainty about the making of the project. The movie presents itself as a metaphor for today’s society, where we constantly depend on production and financial capacities.

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“CASTING” DI NICOLAS WACKERBARTH

Un film che ruota intorno a una scelta, capace di creare un’attesa in cui lo spettatore viene coinvolto fino alla fine. Davanti a noi si apre uno scenario realistico di un casting finalizzato alla scelta dell’attrice protagonista per il remake di Le lacrime amare di Petra von Kant di Fassbinder. Sfortunatamente la regista, a sei giorni dall’inizio delle riprese, sembra non voler decidere, lasciando l’intera troupe nell’incertezza della realizzazione del lavoro. Il film si pone come una metafora della società contemporanea, in cui si è costantemente dipendenti dalle capacità produttive e finanziarie. Continua la lettura di “CASTING” DI NICOLAS WACKERBARTH

“SMETTO QUANDO VOGLIO – AD HONOREM” by SYDNEY SIBILIA

Versione inglese a cura del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale

Article by: Roberto Guida

Translation by: Valeria Tutino

“Sopox is the formula for nerve gas. For this he needed a chromatograph. This crazy man started to synthesize nerve gas!” exclaims Pietro Zinni in the last scenes of Masterclass, second chapter of the trilogy.

Ad honorem closes the saga directed and written by the young director from Campania, Sydney Sibilia who, with this third explosive chapter, shows us the last hardships of the gang of professors led by Tommaso Leo, who plays an ex researcher of neurobiology at “La Sapienza” University in Rome.

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“SMETTO QUANDO VOGLIO – AD HONOREM” DI SYDNEY SIBILIA

“Sopox è la formula del gas nervino. Ecco a cosa gli serviva un cromatografo. ‘Sto pazzo si è messo a sintetizzare del gas nervino!” esclama Pietro Zinni nelle ultime scene di Masterclass, secondo capitolo della trilogia.

Con Ad honorem si chiude la saga diretta e scritta dal  giovane regista campano Sydney Sibilia che con questo terzo, esplosivo capitolo ci mostra le ultime fatiche della banda dei professori capitanata da Edoardo Leo, che interpreta un ex ricercatore di neurobiologia dell’Università “La Sapienza” di Roma.

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