Archivi tag: torinofilmfestival

“OCTOPUS” BY KARIM KASSEM

Article by: Francesco Dubini

Translated by: Giuliano Gisotti

On August 4, 2020, a massive explosion destroyed the port of Beirut, killing 220 people and injuring 7,000. The day just before that, director Karim Kassem had arrived in the city’s port area to shoot a film he will never make, Octopus. In its place is this Octopus: the title remains, but it is a completely different film. It is the symphonic lament of a city left voiceless.

Continua la lettura di “OCTOPUS” BY KARIM KASSEM

“RIOTSVILLE, USA” BY SIERRA PETTENGILL

Article by: Alice Ferro

Translated by: Arianna Deiro

A neat line of shops appears on screen, billboards sparkle on the walls and the vibrant technicolour of the Sixties almost gives us a sense of peace. It looks like a typical post-war American city, quiet and geometric, maybe too much. The narrating voice asks, “What are we looking at?” and a doubt awakens in us: the buildings are as fake as panels of a set design, the roads look as if they’ve never been walked on, the paint on the signs is new and shiny. This is Riotsville, one of the fake cities built by the American government in the Sixties as military training bases. In these cities, crowds of plain-clothes soldiers staged riots, complete with an audience and cheers, so that their colleagues could learn how to contain them, all in preparation for the civil rights protests that would unleash in the Summer. 

Continua la lettura di “RIOTSVILLE, USA” BY SIERRA PETTENGILL

“RIOTSVILLE, USA” DI SIERRA PETTENGILL

Una fila ordinata di piccoli negozi appare sullo schermo, i manifesti pubblicitari scintillano sui muri e il vibrante technicolor anni Sessanta ci dà quasi un senso di pace. Sembra una tipica città americana del dopoguerra, tranquilla e geometrica, forse troppo. La voce narrante chiede “Che cosa stiamo guardando?” e desta in noi un dubbio: gli edifici sono finti come i pannelli di una scenografia, le strade sembrano non essere mai state calpestate, la vernice delle insegne è fresca e brillante. Si tratta di Riotsville, una delle finte città costruite dal governo americano negli anni Sessanta come basi di addestramento militare. In queste città, folle di militari in borghese mettevano in scena, con tanto di pubblico e applausi, vere e proprie rivolte affinché i loro colleghi potessero imparare a contenerle in vista delle proteste per i diritti civili che si sarebbero scatenate in estate.

Continua la lettura di “RIOTSVILLE, USA” DI SIERRA PETTENGILL

“OCTOPUS” DI KARIM KASSEM

Il 4 agosto 2020 una tremenda esplosione distrugge il porto di Beirut causando 220 morti e 7000 feriti. Solo un giorno prima il regista Karim Kassem arrivava in città – proprio nella zona portuale – per girare un lungometraggio che non girerà mai, Octopus. Al suo posto questo Octopus: resta il titolo ma è un film completamente diverso. È il lamento sinfonico di una città rimasta senza voce.

Continua la lettura di “OCTOPUS” DI KARIM KASSEM

“LA SCELTA” DI CARLO AUGUSTO BACHSCHMIDT

Era il 27 febbraio del 2012 quando, durante lo sgombero a Chiomonte, Luca Abbà sale su un traliccio ad alta tensione: lo scopo è rallentare le operazioni di esproprio messe in atto per allargare il cantiere del tunnel, di quella “grande opera strategica” ancora oggi in sospeso. Il contatto con i cavi ad alta tensione gli causa un volo di dieci metri. Seppur incosciente, il suo corpo continua a essere percorso da scariche elettriche. Ha un polmone perforato. Entra in coma profondo.

Continua la lettura di “LA SCELTA” DI CARLO AUGUSTO BACHSCHMIDT

“PIANO LESSONS” BY ANTONGIULIO PANIZZI

Article by Sara Longo

Translated by Alexandra Oancea

Piano Lessons is a moving experience, a whirling swirl of emotion, which finds in the documentary cinema its preferred medium to blow out. It is about the almost unknown story of German Diez Nieto, musician and virtuoso concert pianist, who abandoned the stage to devote himself exclusively to teaching music.

Continua la lettura di “PIANO LESSONS” BY ANTONGIULIO PANIZZI

BETWEEN PERFORMERS AND SCREEN: TFF’S MASTERCLASSES DEDICATED TO THE ACTOR

Article by Sara Longo

Translated by Stefania Frassetto

It may seem like cinema does not live off-screen. It appears like a chimera that exists only when you are looking at it; but that is not true: behind every film there is an organic and heterogeneous group of people working non-stop to bring back the magic, finally, to the theatres. Through the three Masterclasses dedicated to the figure of the actor in the setting of the Turin Film Festival, it was possible to create an interesting confluence of acting and the figures that gravitate around it, offering an in-depth analysis on the several field jobs that support the performers throughout their growth.

Continua la lettura di BETWEEN PERFORMERS AND SCREEN: TFF’S MASTERCLASSES DEDICATED TO THE ACTOR

“PIANO LESSONS” DI ANTONGIULIO PANIZZI

Piano Lessons è un’esperienza emotiva, un vorticoso turbinio di commozione che trova nel cinema documentario il mezzo privilegiato per esplodere raccontando la storia quasi sconosciuta di German Diez Nieto, musicista e virtuoso concertista che abbandonò il palco per dedicarsi esclusivamente all’insegnamento musicale.

Continua la lettura di “PIANO LESSONS” DI ANTONGIULIO PANIZZI

TRA INTERPRETI E SCHERMO: LE MASTERCLASS DEL TFF DEDICATE ALL’ATTORE

Sembra che il cinema non viva fuori dallo schermo. Appare come una chimera che esiste solo nel momento in cui la si guarda; invece, dietro ogni film c’è un gruppo organico ed eterogeneo che lavora incessantemente per portare la magia, finalmente, di nuovo in sala. Attraverso tre Masterclass dedicate alla figura dell’attore nella cornice del Torino Film Festival, si è costruito un interessante punto di incontro tra la recitazione e le figure che vi gravitano intorno, regalando un approfondimento sui mestieri trasversali che accompagnano gli interpreti nei loro percorsi di crescita.

Continua la lettura di TRA INTERPRETI E SCHERMO: LE MASTERCLASS DEL TFF DEDICATE ALL’ATTORE

“RAGING FIRE” BY BENNY CHAN

Article by Sara Longo

Translated by Mattia Prelle

The incorruptible agent Cheung Sung-bong (Donnie Yen) and his former partner Yau Kong-nao (Nicholas Tse) portray two faces of the same coin: facing each other is more or less like watching your own reflection through an opaque glass without recognizing yourself. Their destinies, indissolubly interwoven, could have switched, if they would have made different choices a long time ago. But now that the past is knocking at their door the time has come at last to settle the score.

Continua la lettura di “RAGING FIRE” BY BENNY CHAN

“RAGING FIRE” DI BENNY CHAN

L’incorruttibile agente Cheung Sung-bong (Donnie Yen) e il suo ex collega Yau Kong-ngo (Nicholas Tse) rappresentano due facce di una stessa medaglia: ritrovarsi l’uno contro l’altro è un po’ come guardare il proprio riflesso in un vetro opaco senza riconoscersi. I loro destini, indissolubilmente intrecciati, si sarebbero potuti capovolgere, se tanto tempo prima avessero compiuto scelte diverse. Ma ora che il passato ha bussato alla porta, è finalmente giunto il momento di pareggiare i conti.

Continua la lettura di “RAGING FIRE” DI BENNY CHAN

“EL ELEMENTO ENIGMÁTICO” by ALEJANDRO FADEL, “THE PHILOSOPHY OF HORROR – A SYMPHONY OF FILM THEORY” by PÉTER LICHTER and BORI MÁTÉ

Article by Chiara Rosaia

Translated by Simona Sucato

Slow panoramic scour a sidereal landscape, an expanse of mountains covered by snow and dominated by the wind. It is perhaps an alien territory that is at the center of El elemento enigmático, a hostile environment in which three men struggle to advance. Men in helmets and motorcycle suits, without face or voice (we under stand the dialogues only through subtitles), wandering aimlessly waiting for their own end. An atmosphere of suspension persist throughout the movie, a work difficult to categorize, halfway between storytelling and video art. Indeed, if it is possible to trace aspects dear to science fiction,such as the clash between nature and man, these are sucked into the omnipresent aura of mystery, a dense and at the same time impalpabile atmosphere, like the icy vapors emanating here from the rocks.

Continua la lettura di “EL ELEMENTO ENIGMÁTICO” by ALEJANDRO FADEL, “THE PHILOSOPHY OF HORROR – A SYMPHONY OF FILM THEORY” by PÉTER LICHTER and BORI MÁTÉ

“EL ELEMENTO ENIGMÁTICO” DI ALEJANDRO FADEL, “THE PHILOSOPHY OF HORROR – A SYMPHONY OF FILM THEORY” DI PÉTER LICHTER E BORI MÁTÉ

Lente panoramiche perlustrano un paesaggio siderale, una distesa di montagne ricoperte dalla neve e sovrastate dal vento. È forse un territorio alieno quello al centro di El elemento enigmático, un ambiente ostile in cui tre uomini avanzano a fatica. Uomini in casco e tuta da motocliclista, senza volto né voce (ne comprendiamo i dialoghi solo mediante i sottotitoli), che vagano senza meta aspettando la propria fine. Un clima di sospensione permane per tutto il film, un’opera difficilmente catalogabile, a metà strada fra narrazione e videoarte . Se infatti è possibile rintracciare aspetti cari alla fantascienza, come lo scontro fra natura e uomo, questi vengono risucchiati dall’onnipresente aura di mistero, un’atmosfera densa e al tempo stesso impalpabile, come i vapori ghiacciati qui emanati dalle rocce.

Continua la lettura di “EL ELEMENTO ENIGMÁTICO” DI ALEJANDRO FADEL, “THE PHILOSOPHY OF HORROR – A SYMPHONY OF FILM THEORY” DI PÉTER LICHTER E BORI MÁTÉ

“UNE DERNIÈRE FOIS” BY OLYMPE DE G.

Article by Chiara Rosaia

Translated by Nadia Tordera

Among the films of this edition of the Torino Film Festival, Une dernière fois represents an anomalous object. Indeed, on closer inspection it does not often happen that a film defined as pornographic crosses the boundaries of sector events which although increasing still constitute a separate universe, well distinguished from generalist festivals. Let’s put aside the misunderstandings (and for some the hopes): Olympe de G.’s first feature film is not just sex, just as its purpose is not (only) to excite us. It is not because the sixty-nine healthy and wealthy protagonist Salomé (Brigitte Lahaie) has decided to die. And it is from this serene but irrevocable choice that sexual interactions are born, the succession of embraces in search of the right person with whom to live her “last time”.

Continua la lettura di “UNE DERNIÈRE FOIS” BY OLYMPE DE G.

“UNE DERNIÈRE FOIS” DI OLYMPE DE G.

Tra i film di questa edizione del Torino Film Festival, Une dernière fois rappresenta un oggetto anomalo. A ben vedere infatti, non capita spesso che un film definito pornografico scavalchi i confini degli eventi di settore, i quali, seppur in aumento, costituiscono pur sempre un universo a parte, ben distinto dai festival generalisti. Mettiamo da parte i fraintendimenti (e per qualcuno le speranze): il primo lungometraggio di Olympe de G. non è solo sesso, così come il suo scopo non è (soltanto) quello di eccitarci. Non lo è perché la protagonista Salomé (Brigitte Lahaie), sessantanove anni, donna in salute e benestante, ha deciso di morire. Ed è a partire da questa scelta, serena ma irrevocabile, che nascono le interazioni sessuali, il susseguirsi di amplessi alla ricerca della persona giusta con cui vivere la sua “ultima volta”.

Continua la lettura di “UNE DERNIÈRE FOIS” DI OLYMPE DE G.

TORINO 38 SHORTS

Article by Francesco Dubini

Translated by Nadia Tordera

Eighteen years after the last edition, the competitive section of short films returns to the Torino Film Festival. Two programs, twelve shorts chosen from more than 500 titles for six female directors and six male directors from all over the world. Very different talents compared to a heterogeneous parterre that combines a fascinating and precious variety of techniques and ideas. It is proof of the importance and strength of a complex and demanding genre capable of “giving back the cinematographic machine in a small way” at an international level, according to the recruiter Daniele De Cicco

Continua la lettura di TORINO 38 SHORTS

TORINO 38 CORTI

A 18 anni di distanza dall’ultima edizione, torna al Torino Film Festival la sezione competitiva dei cortometraggi. Due programmi, dodici corti scelti tra più di 500 titoli per sei registe e sei registi provenienti da tutto il mondo. Talenti diversissimi a confronto in un parterre eterogeneo che unisce una varietà affascinante e preziosa di tecniche ed idee. Prova dell’importanza e della forza, a livello internazionale, di un genere complesso ed esigente in grado di “restituire la macchina cinematografica in piccolo”, secondo il selezionatore Daniele De Cicco.

Continua la lettura di TORINO 38 CORTI

“SIN SEÑAS PARTICULARES” BY FERNANDA VALADES

Article by Francesco Dubini

Translated by Carmen Tucci

A los migrantes, en sus viajes inciertos y llena de promesas, a las famillas de los desaparecidos.

This dedication closes the end credits of a movie that doesn’t end for real, but it continues to vibrate in the powerful echo of reality that tells. Immigrants, their uncertain journeys with a lot of promises, families of missing people : the movie is about these facts following Magdalena’s journey, a mother who’s looking for his son, who left for the United States in search of safety and disappeared for months. Born as a short film in 2012, the movie grows with its director with the bad situation that tells, about violence that tears mexican society apart and it opens a wound that doesn’t stop bleeding. Fernanda Valadez chooses to analyze that blood through the measure of intimacy : Sin señas  particulares denounces the pain of a country through the pain of a mother.

Continua la lettura di “SIN SEÑAS PARTICULARES” BY FERNANDA VALADES

“SIN SEÑAS PARTICULARES” dI FERNANDA VALADES

A los migrantes, en sus viajes inciertos y llena de promesas, a las famillas de los desaparecidos.

Questa la dedica che chiude i titoli di coda di un film che non finisce per davvero, ma continua a vibrare nell’eco potente della realtà che racconta. Dei migranti, dei loro viaggi incerti e pieni di promesse, delle famiglie dei dispersi: il film racconta tutto questo percorrendo il viaggio di Magdalena, madre alla ricerca di un figlio partito per gli Stati Uniti in cerca di salvezza e scomparso da mesi. Nato come cortometraggio nel 2012, il film ha continuato a crescere con la sua regista insieme al male che racconta, quello della violenza che lacera la società messicana di oggi e continua ad aprire una ferita che non smette di sanguinare. Fernanda Valadez sceglie di analizzare quel sangue attraverso la misura dell’intimità: Sin señas particulares è un film che denuncia il dolore di un paese, nell’esperienza del dolore di una madre.

Continua la lettura di “SIN SEÑAS PARTICULARES” dI FERNANDA VALADES

“TOMMASO” E “THE PROJECTIONIST” DI ABEL FERRARA

Il controverso e provocatorio regista americano Abel Ferrara è presente nella sezione Festa Mobile del Torino Film Festival con ben due film: Tommaso e The Projectionist, due storie rispettivamente di redenzione e di determinazione.

Continua la lettura di “TOMMASO” E “THE PROJECTIONIST” DI ABEL FERRARA