Nel film di esordio di Kleber Mendonça Filho, Il suono intorno (O Som ao Redor, 2012), c’è una scena in cui due giovani visitano un cinema abbandonato e il sonoro evoca i film che in passato venivano proiettati in quella sala. Attraverso la dimensione sonora, le immagini si manifestano come spettri, echeggiando in spazi fatiscenti e dimenticati, per comunicare con i vivi. L’ultima opera del regista brasiliano, Retratos fantasmas – presentato nel Concorso Documentari Internazionali alla 41ª edizione del Torino Film Festival – si basa su questa stessa idea di ritorno delle immagini.
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“RETRATROS FANTASMAS” by Kleber Mendonça Filho
Article by Fabio Bertolotto
Translation by Fabio Castagno
In Kleber Mendonça Filho’ debut film, O Som ao Redor (“Neighbouring sounds”, 2012), there’s a scene in which two people visit an abandoned cinema and the sound recalls films that used to be shown there in the past. Through this dimension, images manifest themselves as spectres that want to communicate with the living, echoing in crumbling and forgotten places. The last work of the Brazilian director, Retratos fantasmas (“Pictures of ghosts”) – presented at the International Documentaries Competition of the 41 st edition of the Torino Film Festival – is based on the same concept of returning images.